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Cadetti artigiani italiani

Ci ha stupito leggere che a livello europeo, nello specifico nella Commissione, si ritiene che i problemi principali dell’Italia siano dovuti, in particolare, al mancato posizionamento e fronteggiamento ai fenomeni della globalizzazione e della tecnologizzazione. Stupiti, poi, fino ad un certo punto, perché c’è una grossa componente di verità in questa affermazione. Una delle conseguenze di questa oramai interminabile crisi, è quella che si riverbera sulle attività commerciali e per quanto più direttamente ci riguarda su quelle artigianali. Stiamo assistendo alla grande “moria” di piccole e piccolissime imprese commerciali e a un rivoluzionario ricambio artigianale che pur essendo, com’è, caratteristica del nostro settore straordinario e connaturato, lascia perdite non indifferenti, anche se confidiamo in un virtuoso riequilibrio epocale. Per questo e per altro è necessario continuare, e ne abbiamo parlato tutti insieme, con i vertici di Governo, su un determinatissimo concetto di instillazione della cultura imprenditoriale, soprattutto al Mezzogiorno, in particolare, riconfermando e rimodellando, migliorandolo, un concetto di apprendistato e comunque di formazione che naturalmente deve andare di pari passo con una incentivazione culturale e un sostegno sociale . Viceversa le ripercussioni, tra qualche anno, potrebbero essere notevoli non solo sul piano economico ma anche su quello sociale, con veri e propri vulnus relazionali, oltreché di quel fenomeno definito incomunicabilità, così caro a Michelangelo Antonioni.

Del resto, l’apprendistato è una struttura filoantropologica nobile, perseguita fin nell’ambito del Rinascimento, come abbiamo sempre evidenziato nelle botteghe artigiane, che poi facevano esprimere ed evolvere grandi geni, da Raffaello a Michelangelo.

Ma come, anche ad ulteriore esempio, ci piace evidenziare tanto per sottolinearne il livello epico, nel contesto della tradizione dei Moschettieri, riportati all’attenzione da un recente divertente film di Veronesi che vi consigliamo.

Ci piace dire Moschettieri dell’Artigianato, anzi prima cadetti poi Moschettieri.

L’apprendistato, il lascito e la tramandazione, così come l’insegnamento, sono una parabola della vita, particolarmente metaforica, nell’Arte (come abbiamo detto a Firenze) nella Letteratura, nella Scienza ma, in particolare, nell’Amicizia.

Insegnare Artigianato è un privilegio poetico perché è una concessione di libertà, in quanto chi sa esprimere questa maestria non dipende mai ma è espressione di se stesso.

 

font. casartigiani.org

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